Andrews e coll. (1994) hanno messo a punto uno specifico protocollo ad orientamento cognitivo-comportamentale per il trattamento dei disturbi d’ansia, presso la Clinical Research Unit for Anxiety Disorders di Sydney, centro specializzato nella terapia dei disturbi d’ansia che collabora con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il trattamento si rivolge a coloro che soffrono del disturbo e ai loro familiari che desiderano aiutare a combattere e vincere il malessere psicofisico sofferto dai propri cari.
Chi soffre di disturbi d’ansia è molto sensibile a situazioni che possono provocare stress aggiuntivo, perciò diventa facilmente ansioso ed entra in uno stato di malessere, creando un circolo vizioso. Ne è consapevole e di solito instaura la credenza che il disturbo di cui soffre sia dovuto alla sua natura, temperamento o personalità. Lo scopo del trattamento in primis è quello di ridurre la sensibilità emotiva allo stress, l’ansia anticipatoria e i comportamenti di evitamento relativi a situazioni specifiche. Altri obiettivi riguardano l’imparare a riconoscere e gestire le situazioni ansiogene e i pensieri disfunzionali sottostanti, l’aumentare l’autocontrollo, il diminuire la tensione muscolare, il fronteggiare le situazioni ansiogene e gli eventuali attacchi di panico, il diminuire i disturbi psicofisiologici e il migliorare l’autostima e il senso di autoefficacia (Piacentini et al., 2003).